Capitolo 50: Quiete









 Questo corpo che mi vuole bene
Anche se cade non succede niente
È una promessa che faccio a me stessa
Io mi riprendo”
Questo Corpo, La Rappresentante di Lista, Go Go Diva, 2018

Mi sembra strano pensare che questo sia il 50^ capitolo, e quante cose siano successe in questi cinquanta capitoli: quante parole, quante conoscenze, amicizie, quanta sopravvivenza, ma soprattutto quanta vita.

Una settimana fa mi sono fatta il mio primo tatuaggio: una tazzina sbeccata che senza il blog non mi rappresenterebbe, e un girasole, perché Maggio è il mese della mia nonna e il girasole era il suo fiore preferito. 

Io e Alessia, una ragazza che ho avuto il piacere di conoscere in questi ultimi mesi e con cui ho collaborato nella mia nuova rubrica di “Lucchetti Aperti”, abbiamo fatto una diretta sul profilo Instagram e abbiamo parlato di Trikafta, di malattia, di noi. È stato commuovente vedere così tante persone coinvolte, così tante domande affettuose, il profondo interesse nel conoscere la nostra realtà, nel collaborare per far arrivare il messaggio che questo farmaco debba arrivare il più presto possibile a tutti

In queste settimane ho imparato ancora una volta quanto le persone ti possano sorprendere: fine Aprile mi ha scritto un ragazzo con cui stavo insieme quattro anni fa, e con cui avevo perso i contatti, un po’ per orgoglio e un po’ per immaturità. Dal “come stai” si è arrivati ad uscire a tutte le settimane, a parlare per ore senza una sola pausa, a volersi bene, ma in modo diverso

E dopo un anno devastante sotto tutti i punti di vista, quando un essere umano non mi sentivo più, dopo il percorso terapeutico che mi ha fatta ritrovare, questo è stato ancora più decisivo per sentirmi me stessa.

 Ritrovarsi dopo quattro anni mi ha messo davanti al mio cambiamento, che non percepivo così grande vivendomi tutti i giorni. È stato come svegliarsi di colpo con i capelli che arrivano al pavimento, come accorgersi di un germoglio che è diventato una quercia, uno schizzo che è diventato un dipinto. E mi ritrovo davanti a questo dipinto sorpresa di averlo fatto io, ammirandone forme, colori e sfumature.

In tutti questi eventi ho il mio corpo, che  collabora come non ha mai fatto; qualche settimana fa la mia cagnolina è stata male, a causa di un danno neurologico vagava in casa sbattendo ovunque, non mangiava e la notte piangeva e abbaiava. Ho passato giorni a starle accanto aiutandola in tutto, ho girato la città a piedi per le medicine, il tutto senza nessun tipo di stanchezza e affaticamento. Grazie alle medicine sta meglio e guardandola mi emoziona pensare che un pochino è pure merito mio. Mesi fa non sarei mai riuscita a prendermi cura di nessuno, tutto ciò che potevo donare erano le mie parole. 

Questo capitolo forse potrà apparire calmo come il mare senza increspature, ma fidatevi che tutta questa quiete apparente è l’ossigeno di cui avevo bisogno.

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