Capitolo 48: Autentica









 Per essere come sono
Per fare quello che faccio
Per dire quello che dico
Non chiederò perdono”.
La via di casa, Tre allegri ragazzi morti, 2012.

A gambe incrociate, sul divano, mi ritrovo a scrivere questo capitolo.

Le finestre sono appena state chiuse, ma non prima di aver fatto entrare il profumo di quest’aria primaverile che entra nelle case nonostante lo smog.

Ormai sono quasi due mesi che ho iniziato un nuovo lavoro, e nonostante stia ancora imparando a destreggiarmi al meglio è come se fossi sempre stata lì, complice il fatto che è lo stesso luogo in cui ho studiato. È stato come ritornare a casa, come cancellare questo 2020 pieno di circostanze piacevoli come indossare ogni giorno scarpe troppo piccole per fare jogging.

La mia spirometria è in costante miglioramento, ho avuto la prima dose del vaccino, ho iniziato a fare più movimento, ho prenotato un tatuaggio, iniziato una nuova rubrica su Instagram (Lucchetti Aperti), in cui si parla di svariati argomenti: un luogo dove aprirsi e parlare insieme “aprendo i propri lucchetti” senza tabù, per aiutarsi insieme e fare sensibilizzazione. 

Questa nuova avventura  mi sta permettendo di conoscere persone meravigliose e di collaborare con loro, e per noi fc, che non possiamo stare troppo a contatto, le parole virtuali sono tutt’altro che fredde e superficiali. 

Mi ha permesso di avere scambi interessanti anche con persone che mi hanno scritto interessandosi alla malattia, e tutto questo mi fa sentire fiera di me come non lo ero mai stata.

La prossima settimana terminerò un bellissimo percorso con la mia Psicologa, chiamato “Benessere 10”: che si occupa di rinforzare e/o recuperare l’ammirazione verso noi stessi. In realtà è molto di più, è un imparare a vivere la nostra autenticità con tranquillità, ad avere un nostro equilibrio che inevitabilmente avremo poi con l’altro.

Ho iniziato questo percorso dopo una brutta esperienza, che mi stava facendo perdere di vista chi fossi e cosa fossi in grado di fare. 

Dopo tanto tempo a sopravvivere e a riuscirci sempre peggio, non basta stare meglio fisicamente, non basta vedere il fiatone che diminuisce, se la tua mente è ancora impaurita, è ancora rassegnata, convinta che la vita per te sia una condizione ancora più temporanea di come già sia.

Ho avuto la prontezza di chiedere aiuto, mettendo da parte la mia testardaggine nel cercare di sistemare tutto da sola, anche quando non ne sono in grado. 

Ieri abbiamo parlato di autenticità, e a tal proposito mi è stata fatta una domanda: “Nella tua vita ti sei mai sentita autentica?” Ed io ho risposto: “Si, ora”.

Ed è vero, nonostante abbia ancora strada da fare davanti a me, tanti aspetti da sistemare, io mi sento autentica, mi sento Angelica.

Se mi guardo allo specchio ora non vedo occhi stanchi e lucidi dagli infiniti colpi di tosse, non rincorro  il mio sguardo in cerca di una persona che sta scomparendo; ma vedo chiaramente me stessa, che ha tanta voglia di vivere, vedo me e basta finalmente

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