Capitolo 46: Tazzine sbeccate









 I’m unstoppable
I’m a Porsche with no breaks
I’m invincible
Yeah, I win every single game
I’m so powerful
I don’t need batteries to play
I’m so confident
Yeah, I’m unstoppable today
Unstoppable today”.
Unstoppable, Sia, 2016.

Mi ritrovo a scrivere il primo capitolo del 2021.

Il mio Dicembre è stato inizialmente un po’ burrascoso, ma grazie alla mia famiglia e ai miei amici ho passato uno stupendo periodo festivo. 

Mi rendo conto che ci sono momenti nella giornata in cui mi stupisco della mia vitalità, del mio fisico che non affanna più come prima. Ogni giorno mi sveglio e accanto a me vedo Angelica di qualche anno fa, le sorrido e le sussurro: “sei ancora qua”.

Ritrovarla ogni mattina, senza la paura di perderla ad ogni tramonto, mi spinge a progettare il mio futuro, che è di nuovo mio, non è più così incerto, come il timer veloce che era diventato. 

Non potrei essere più felice, affamata di qualsiasi cosa, anche di questa gelida aria invernale, che forse, essendo nata a Gennaio non è poi così fredda.

Ho compiuto da poco venticinque anni e non mi sento a metà della mia vita ma all’inizio, come dovrebbe essere per qualsiasi persona della mia età.

La spirometria va sempre meglio, faccio lunghe camminate quasi tutti i giorni e le scale di corsa, salto come un grillo per la casa, canto anche se non sono capace e nauseo chi mi sta intorno con fiumi di parole, faccio progetti, infiniti progetti dai più irrealizzabili a quelli più razionali e mi  mangio anche quelli e ingrasso e rido fino a piangere.

Per la prima volta vedo una rete pronta a ripararmi da un passo incerto, sento tra le mani il legno nodoso del timone di un veliero che è solo mio, vedo anche la fibrosi cistica che si insinua sempre come il profumo in un sogno: la mia tazzina sbeccata, la mia scarpa slacciata, il mio pennarello scarico

Torna su