Capitolo 22: Equilibrio









You sigh, look away
I can see it clear as day
Close your eyes, so afraid
Hide behind that baby face”.
Cigarette Daydreams,Cage the Elephant, 2013.

Non ho mai creduto in un qualche dio, credevo a Babbo Natale perché mangiava i biscotti lasciati sulla finestra, credevo al topino dei denti perché lasciava le impronte fino al piattino con i miei denti da latte.

Ho sempre creduto nella medicine, nelle persone, nel libero arbitrio e, come ho già detto capitoli indietro, nel culo.

Non penso di essere migliore o peggiore di un credente, semplicemente io non ci credo. Spesso avrei voluto, avrei voluto con tutta me stessa avvinghiarmi alla fede, ad una carezza invisibile in cui trovare conforto nei momenti oscuri. Affidarsi sempre e solo alla mia mente e ai miei nervi è stata dura, è dura. Confortarsi è dura. Ottenere il giusto equilibrio tra trovare il lato positivo e il mentire a sé stessi con il classico: “andrà tutto bene” è complicato.

Nelle notti burrascose in cui tutto la testa scoppiava e il cuore era stretto in una morsa, era difficile convincersi che sarebbe andato tutto bene. Ed è in questi momenti che in qualcosa dovrai pur appigliarti, pensi “non può sempre continuare in questo modo, migliorerà perché io, tutto questo, non me lo merito”. Quindi a quale elemento razionale ti stai aggrappando?

Non sono credente, ma avrei dato la mia anima al diavolo per migliorare la mia situazione, avrei buttato un neonato in un pozzo o sacrificato mille capretti su una collina.

La verità è che non so nulla, nessuno sa nulla, non possiamo prevedere il futuro, possiamo solo fare stime più o meno accurate per fare finta di avere tutto sotto controllo.

Non posso lamentarmi, è un bel periodo in cui mi sento bene, sono felice e me lo sto godendo perché non so quello che accadrà in futuro, cerco di rimanere in equilibrio senza guardare in basso.

Ho tanti progetti, un lavoro da iniziare e sto seguendo tutte le mie terapie. Non ho la sicurezza che andrà tutto bene, già solo l’altra sera mi sono svegliata di notte tossendo e sudando, ma cerco di non  soffermarmi su un avvenimento, cerco di soffermarmi sulle camminate lunghe che reggo senza tossire, sulle risate a pieni polmoni. 

Non abbiamo la certezza dei miglioramenti, la sicurezza di ottenere attimi felici solo perché abbiamo deciso di meritarlo. 

So però che sfruttare tutto quello che abbiamo a disposizione è una lanterna luminosa in una caverna buia e profonda. So che trovare il lato positivo anche quando la nostra barca sembra stia affondando ci salva dalle notti lunghe e insonni. E so, che la risorsa più preziosa che abbiamo siamo sempre noi stessi, polmoni compresi.

Foto: Lino Budano

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