Capitolo 31: Ai Quattro Venti









I know I was a lot of things
But I am good, I am grounded
Davy says that I look taller
I can’t get my head around it
I keep feeling smaller and smaller”.
I need my girl, The National, 2013.

Ho mancato di puntualità, lo so e mi dispiace. Ho avuto tantissimo lavoro da fare, tornavo stanca e rintronata con gli occhi che sanguinavano pixel. 

Quando sei così stanca hai proprio bisogno di staccare durante le ore di tranquillità, quindi ho guardato Grace e Frankie, letto 3 Graphic Novel e ascoltato tanta musica. Il 15 Gennaio ho compiuto ventiquattro anni

L’anno scorso soffiavo delle candeline immaginarie su una torta buonissima che avevo portato in accademia, non ho espresso nessun desiderio, ma ho avuto tutto quello di cui avevo bisogno.

Ho imparato che sono in grado di terminare un percorso in modo soddisfacente, ho imparato ad essere leggera, divertirmi senza cercare finali aulici in tutto

Ho scritto tanto, mi sono seduta sul bagnasciuga ad ammirare il mare cristallino e ci siamo uniti in un abbraccio salato. 

Ho imparato che da un incontro su cui non punteresti nulla può nascere un grande amore, ho scoperto quanto sia difficile aprirsi e lasciarsi andare. 

In questi ultimi mesi mi sono ancora scontrata con me stessa, ho urlato contro di lei, contro di me, contro di noi, abbiamo fatto pace e ci siamo ritrovate di nuovo. 

Ho scoperto quanto sia stremante lavorare, di quanto sia faticoso in generale crescere. Più divento grande e più scopro di quanto io sia piccola e incerta in questo mondo adulto in cui cerco di entrare a passi leggeri per non svegliare nessuno. Come se dovessi mimetizzarmi, per non dover mostrare a tutti loro che i miei occhi sono ancora forse troppo ingenui e decisamente ottimisti in questo mondo che è così grigio ogni tanto. È un vecchio gatto da cui cerchi disperatamente di non farti graffiare. È sempre stato più semplice pensare di andarsene, rimanere e lottare per poterlo fare è molto più arduo, impegna animo e corpo e per farci entrare tutto qualcosa te lo perdi per strada di tanto in tanto.

Nonostante il mio navigare in tutta questa imperfezione sono contenta, sono felice anche se sono una bambola di pezza da cui esce l’imbottitura e sono contenta anche se a volte mi sento un tavolino traballante. Mi sento a mio agio anche senza la certezza di avere ancora infinite candeline immaginarie da spegnere, ma se ora chiudo gli occhi, vedo distese di fiamme accese.

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