Capitolo 27: Non fa niente









I come home in the morning light
My mother says, “When you gonna live your life right?”
Oh mother dear we’re not the fortunate ones
And girls, they wanna have fun
Oh girls just want to have fun”.
Girls Just Want to Have Fun, Cyndi Lauper, 1983.

Ho cercato a lungo una canzone da mettermi come sottofondo durante la scrittura di questo capitolo, alla fine ha vinto “Girls just Want to have fun”. Ironico che la stia ascoltando di sabato sera, in pigiama, a letto. 

Ormai durante la settimana esco di casa alle nove meno un quarto e torno di sera dopo le sei, è un orario molto comodo in realtà ma è stato difficile abituarsi. I primi giorni ero distrutta, sarei andata a letto alle sette di sera senza mangiare. Piano piano mi sono abituata e riesco a resistere fino alle undici sveglia, sono soddisfazioni. 

Questa settimana ho avuto la febbre, tre giorni in casa. La febbre se già non sono al massimo della salute, se già ho più tosse, sono più affaticata, non è mai un buon segno. “Ecco vuoi vedere che devo già interrompere il lavoro per farmi un tour in ospedale?” mi sono detta, ho avuto paura di bloccare di nuovo l’inizio del capitolo, di mettere altri momenti nel congelatore sperando che non andassero a male.

La felicità l’ho sempre ricercata dentro qualcosa di semplice, non nel riuscire a fare qualcosa, ma nel farlo e basta, senza pensarci nemmeno.

Ogni tanto mi sento ancora bloccata in un corpo che non collabora, mi immagino di prendermi per le braccia e trascinarmi, “forza alzati, forza cammina, forza guarisci, fai qualcosa, qualsiasi cosa”.

Finisco sempre con il sedermi accanto a me stessa, la guardo negli occhi e appoggio la mia testa sulla sua spalla “Non fa niente, andrà tutto bene”. Chiudo gli occhi e va tutto bene sul serio, anche se fuori c’è la tempesta.

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