Capitolo 14: Isola









Non m’importa della luna
Non m’importa delle stelle
Tu per me sei luna e stelle
Tu per me sei sole e cielo
Tu per me sei tutto quanto
Tutto quanto io voglio avere
Senza Fine, Gino Paoli, 1961.
mare

La prima parola che ho imparato a scrivere da sola è stata “isola”. Un pomeriggio estivo su un piccolo quaderno dorato, “Angelica è troppo lungo per iniziare” aveva detto mia nonna, che nonna non voleva farsi chiamare e quindi era “La Tanta” prima per me e poi di conseguenza per tutti gli altri. 

La sera stessa, a casa, mi ero seduta sul marmo freddo del salotto e appoggiata al divano come se fosse stato un banco, l’avevo riscritta, isola,  tutta da sola in pochi secondi e senza esitazioni. 

Ho iniziato la prima elementare e ho imparato tante altre parole, ho scoperto che se ne mettevi una di fila all’altra potevi creare tutto ciò che volevi, era solo argilla pronta da modellare.  Allora ho provato anche io, prima come gioco e poi come sfogo. 

Ho scritto tantissimi racconti, almeno due romanzi iniziati e mai finiti, una lettera d’amore e con questo, 14 Capitoli del mio blog.

Scrivere per me è un bisogno più che un piacere, ci sono stati momenti in cui era il solo modo di sciacquare via dalla mia mente pensieri che mi avrebbero altrimenti consumata come un verme in una mela. 

È l’ossigeno che mi creo in mancanza di quello vero, un medicinale necessario quanto quelli reali che prendo tutti i giorni più volte al giorno.

È un’amante gentile, il mio amante gentile

Non potrà mai essere interrotta dalla tosse o dalla mancanza di fiato, sarà sempre la più semplice delle soluzioni ad una brutta giornata. 

È uno specchio su cui sono riflesse le mie interiora, così come sono senza fronzoli o merletti, calde e sanguinanti. 

Il mio diario online è nato per la necessità di lasciare qualcosa, anche se infinitamente piccolo, una traccia, un’orma. Perché se scrivi qualcosa rimarrà lì dove l’hai lasciata, non c’è premura, rimane a disposizione anche per i più pigri.

Mesi fa un mio compagno di classe mi disse: “Vorrei essere scemo e senza pensieri come te, sicuramente sarei più rilassato”. 

Ci rimasi male all’inizio, perché “davvero davo l’impressione di essere così scema?”. La realtà è che siamo immersi in una quotidianità veloce e superficiale e non si ha mai il tempo di approfondire, non si ha voglia di riflettere o scoprire punti di vista differenti dal proprio. Ma in questo modo si rischia di soffocare. Io invece tenermeli dentro, tutti questi pensieri, non riesco. Preferisco essere un regionale in mezzo a tante frecce, anche se l’aria condizionata non funziona bene e si accumulano ritardi.

Quindi grazie Tanta per avermi fatto scoprire la mia personale isola senza interruzioni.

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